sabato 1 gennaio 2011

31 Dicembre, mattina

Mi sono svegliato
Ancora appeso sul buio del sonno
E ho barcollato a due passi da vuoto;
l’alba era una mostruosità rosata, infilzata nei tetti
il fumo dei comignoli
una voce incessante, maligna
Torino la solita gabbia
di costole d’acciaio, crani di cemento;
e lei “devo scappare” disse
e volò via.