venerdì 11 maggio 2012

La fatica (11/5/12)


La fatica
bestia stanca
e merdosa
si trascina
di polvere e sudore
e crampi, e calli, e occhi pesti
e vuole mordere e non muore
ma non so

non so come scappare.

lunedì 7 maggio 2012

Piazza

La città si scalda come un gatto addormentato nel sole
E il Santo attraversa di corsa la piazza – piazza, bella piazza...
Il suo sguardo cerca impressioni, esperienze lungo i muri
Ma trova poco:
un piccione morto strano, scheletrito;
una caciara di ragazzi in un vicolo, gelati in mano
una bruttezza convessa negli sguardi;
e tre poliziotti che si fanno fare la foto in servizio, da un collega, con lo sfondo della bella piazza, su uno dei lati la fila di camionette blu e sette o otto macchine scure dei carabinieri, e i colleghi sparpagliati e accaldati con gli inutili scudi e i manganelli
e da un lato il capannello solito di quelli in borghese
con le loro automobili in borghese pure
(e dalla parte della prefettura, dietro, nell’ombra del parco, c’è un blindato che aspetta).

Il Santo passa avanti, lepre pazza, infagottato nel cappotto
la cui tasca sinistra si sta scucendo – perché il Santo ci tiene sempre la mano, cercando freneticamente qualche cosa di ignoto
e i poliziotti guardano ghignando quel Santo barbuto e scalzo che corre senza avere fretta e parla solo con sé stesso e guarda con decisione verso nessuna direzione
ed lungo i portici è il solo a notare una splendida giovane ragazza con gli occhiali da sole che, passando, dice con bel garbo al telefono
                                      sti cazzi

(primi di marzo)