domenica 1 maggio 2011

Senza significato (Aprile 2011)

Camminavo verso il letto, nel buio. Inciampai nel rumore vuoto di un sacchetto, ne uscirono diciotto
Insignificanti
Pezzi di esistenza, proiettati su un interno di tram:
l’insegna di un negozio
di protesi ortopediche;
ragazzi che ridono;
un sogno appannato di pioggia, lontano;
un vecchio barbuto, che respira a fatica;
un uomo seduto in fondo che legge, e mi ricorda qualcuno;
un uomo che traffica con un barattolo di latta;
di là dal finestrino passa un luogo nel quale un paio di anni orsono assistetti a violenti scontri tra forze dell’ordine e manifestanti armati di bastoni, sassi, estintori;
e il ricordo del volto di una donna
vestita d’azzurro
che amavo;
il vecchio barbuto è sommerso dalla gente, riemerge, gli indico un posto, si siede senza parlare, respira ancora a fatica;
l’uomo che legge si aggiusta gli occhiali, noto che manca del tutto la stanghetta destra;
l’uomo con barattolo di latta fa cadere il coperchio tra le scarpe dei passeggeri, il rumore riecheggia ansiogeno, l’uomo si china goffo e raccatta il coperchio, si guarda intorno astioso, senza motivo; lo fa sparire nel paltò;
a un certo punto mi sembra quasi di scorgere
all’angolo
le facce
di due amici
da tempo abbandonati,
immersi nel calore di una estate furiosa
passata da troppo tempo;
e la puzza, la puzza, la puzza infinita
di tutti i passeggeri del mondo;
e a un certo punto il vecchio con la barba si alza, prende per mano il suo respiro affannoso, scompare;
mentre ci penso mi distraggo, e perdo la fermata, scendo a quella dopo;
mi accorgo che il vecchio era ancora sul tram, scende con me, se ne va per i fatti suoi;
lo guardo camminare, va nella mia stesa direzione, cono poco sforzo lo raggiungo: magari è un genio, esaudirà un mio desiderio;
non accade.

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