Dicembre è un airone
Che presso a una strada
Punta al cielo il suo becco,
e resta immobile, grigio
e nessuno lo nota.
Dicembre è una noce
spezzata con le mani
E mangiata da in piedi
Davanti al camino.
E Dicembre è foschia, neve bassa
E un ritmo swing appena accennato
E un sorso di grappa, e un riso selvaggio
Dicembre una lacrima di vento freddo,
camminando nell’immensità
della più misera periferia.
Dicembre è un mese povero, lontano da ogni primavera
Ed è un mese libero, di là da ogni pioggia e fortuna,
vaga nei campi, raccoglie la brina con mani capaci
e la sparge e decora i bordi dei fossi
e i piedi degli alberi.
Riassumendo Dicembre,
da vecchio maestro qual è
trascorre il suo tempo in tramonti fugaci
e cita vecchie, vecchie poesie
per raccontare il suo freddo anche a te.
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