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sabato 9 luglio 2011
Notizie dal fronte V
Invece quell’altra volta venne in visita il Re, addirittura. Cena coi dignitari in un hotel a cinque stelle vicino alla stazione. Una massa di straccioni si radunò per dargli accoglienza, scoppiarono tafferugli coi più politicizzati. Le camionette della polizia, richiamate dalla provincia, bloccarono un quadrato di vie intorno all’albergo del Re. Il marasma si trasformò in corteo, i vagabondi della stazione come al solito si unirono: perlopiù gruppetti di ubriachi, e solissimi malati di mente che imprecavano contro tutti e cercavano di farsi arrestare per avere una notte al caldo gratis. La gente voleva entrare nell’area protetta, i poliziotti correvano intorno come per tappare ogni buco. Alla fine ci si fermò in corrispondenza di una larga via porticata, bloccata da due blindati parcheggiati di traverso. Davanti, una schiera di scudi e manganelli. La folla li circondò, ma nei primi minuti non partirono cariche. Da sopra ai caschi blu sporgeva un palo con in cima una telecamera. Qualcuno buttò un petardo sotto gli scudi, tra le gambe dei poliziotti, e il palo della telecamera saltellò frettolosamente, spostandosi di tre metri. Subito, un botto assordante. Poi la carica. D’un tratto mi trovai accanto a un uomo in borghese, ma col casco e il manganello: –Ma vaffanculo! – me la svignai, quello rovesciò con uno spintone un vecchio barbuto, e qualcuno come per fermarlo gli sventolò sul muso un’inutile bandiera rossa attaccata a un’asta di plastica. Il tizio fece una faccia perplessa, poi tornò tra i suoi colleghi, che si erano già ricompattati nel piccolo spazio tra i due blindati. Intorno a me qualcuno intorno sanguinava, ma non avevano lanciato lacrimogeni. –Che gioco del cazzo – pensai ad alta voce, e in televisione sarebbero apparse le dignitose scene della cena, e lontano, in un angolino, la folla urlante oltre le barriere.
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