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lunedì 20 febbraio 2012
Flusso 2 (fine di ottobre '11)
Sul pullman c’era un figlio di puttana con un impermeabile tale e quale all’ispettore Gadget. C’avete presente il cartone, no? Allora, questo qua – della mia età, circa – se ne sta seduto di fronte a una bella ragazza, che lo sta a sentire col mento affondato nella sciarpa vaporosa. Gadget ha per l’appunto questo iperbolico cappotto, una professionalissima enorme borsa di cuoio, pantaloni rossi accesi immacolati, scarpe scicchettose nere con decorazioni pure rosse, asimmetriche; occhiali spessi – montatura nera rettangolare, ingombrante. Capelli pettinati verso l’alto con la massima cura, più corti ai lati – quasi rasati, e più lunghi, lisciati, al sommo della crapa. Di sinistra ma liberal, alternativo ma conforme alle buone convenzioni, magrolino, belle manine curate. Chissà che stronzate tiene nella sua borsona, chissà che belle stronzate combina nella sua vita. Di certo ha solo l’aria del totale deficiente, che sbandiera in piena vista: parla ad alta voce, con disprezzo affettato, di un tale uomo che lui conosce, il quale sarebbe totalmente incapace di abbinare saggiamente i colori: per apparire bene. La tipa lo ascolta interessata – oca! – mentre quello punta il piede contro il di lei sedile e dà colpetti sotto, proprio sotto il culo. sotto il suo culo, suo di lei! Non c’è più religione. In più, il Gadget si è messo a guardare i miei jeans luridi e sformati, chissà che non gli interessino per qualche abbinamento di colori. Poi me ne frego, affanculo mr Gadget.
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